Sembrava dovesse venir giù la volta della chiesa…
Un gruppo risulta forte quando ha la capacità di rinnovarsi, ricominciare, risorgere dalle proprie ceneri come un’araba fenice, se del caso. Dopo il concerto di gala tenuto nella chiesa dei Santi Simone e Giuda di Vacallo sabato scorso, si può sicuramente dire che il Circolo mandolinistico Aurora è ripartito con un successo che nessuno si aspettava tale, soprattutto grazie a un grande lavoro che si può intuire e svolto in primis dal maestro Antonio Rezzonico, oltre naturalmente all’impegno dei singoli musicisti; non moltissimi, per la verità, ma tutti, nell’insieme, bravissimi.
Gradito ritorno quello del Mo. Rezzonico, che era stato a seminare altrove per parecchi decenni. La sua mano è stata forte e decisa e ben la si è notata.
Le musiche proposte in repertorio, tutte arrangiate dal maestro stesso, erano brani variegati e famosi e sono stati eseguiti in una chiesa occupata in ogni posto a sedere.
Particolarmente sono piaciuti alcuni assolo del primo mandolino Davide Beretta e l’interpretazione di Sabrina Nardi con l’oboe che, con l’accompagnamento dell’orchestra, ha eseguito magistralmente il Gabriel’s oboe di Ennio Morricone,
Dopo svariati bis il concerto si è concluso con lo Stille Nacht arrangiato dal Rezzonico stesso. Brani così famosi sono un rischio poiché fin troppo abusati con reiterate ripetizioni: vanno suonati col cuore, altrimenti guai. Il cuore ce l’hanno messo i musicisti, eccome, e l’emozione trasmessa è stata forte e chiara.
Che altro dire? E beh, il Mo. Rezzonico si è concesso con la tromba un’Ave Maria no morro; peccato solo per chi non c’era: nel finale sembrava dovesse venir giù anche la volta della chiesa. Forse sono state le ultime note suonate da un trombettista di lungo corso e dedicate a Pierino Valsangiacomo, grande e indimenticabile benefattore del gruppo.
Gianni Delorenzi